La lista dei desideri

“Molti, poi che l’hanno avuto, piangon quel che han voluto.”

Ci sono due cose che, prima o poi, capitano a chi sviluppa software.
La prima è quando un cliente ci dice esattamente ciò che vuole, elencando con precisione tutte le funzionalità che dovrà avere il “suo” software (e se saremo fortunati avrà anche disegnato le schermate dell’applicativo).
La seconda è scoprire che la gran parte delle voci del miracoloso elenco sono inutili o sbagliate.

Cos’è andato storto?

Col senno di poi è piuttosto facile: costruire un prodotto sulla base di quello che il cliente dice di volere conduce quasi sempre a realizzare prodotti poco usabili in cui solo il 20% delle funzionalità è realmente utile.

Per ottenere dei buoni requisiti non si deve capire quello che il cliente dice di volere ma il modo in cui agisce e di cosa ha bisogno per raggiungere il suo obiettivo.

In altre parole, occorre concentrarsi sul problema che ha e non sulla soluzione che propone.

Ecco servito un altro uovo di Colombo! Ma ora viene la parte difficile: come dire ai manager illuminati e agli imprenditori innovativi che la loro soluzione non è la parte interessante della storia?