“I computer sono inutili, possono dare solo risposte.”
Pablo Picasso
Le prime riunioni per l’avvio di un nuovo progetto sono notoriamente delicate essendo il momento migliore per mettere il progetto su un binario sbagliato, da cui diventa poi molto difficile deviare.
Il decisore o il futuro responsabile del progetto danno per scontato che avere al loro fianco un tecnico sia la scelta migliore per evitare errori e velocizzare la realizzazione.
La spiegazione del perchè questa scelta non è sempre la migliore dipende dal “tipo” di tecnico coinvolto.
Il volenteroso
Appassionato del suo lavoro e aggiornato sulle ultime tecnologie, è pronto a proporre la soluzione giusta ancor prima d’aver scoperto il problema da risolvere. E’ molto rassicurante e crea facilmente un clima di fiducia nel successo del progetto; fino a quando non si scopre che, seguendone i consigli, si sta utilizzando una tecnologia immatura, si sono sottostimati i tempi di realizzazione, o l’architettura scelta è ipertrofica.
Lo scansafatiche
I molti anni passati a fare il meno possibile hanno sviluppato in lui la capacità istintiva di mettere sempre un ostacolo tra lui e il lavoro. Dargli credito nelle prime fasi di progetto porta a valutazioni errate sia delle difficoltà tecniche sia delle risorse necessarie. Il peggio è che le valutazioni possono essere errate tanto per difetto quanto per eccesso.
Il signorotto feudale
Poiché è interessato solo a mantenere o espandere il suo territorio, sotto forma di potere o di stipendio, può comportarsi, in base alla convenienza e all’interlocutore, come un tecnico volenteroso o come uno scansafatiche. Il problema è che se riesce nell’obiettivo di diventare il fulcro del progetto ne diventa anche il punto debole.
Il silenzioso
Quest’ultimo tipo di tecnico, quando invitato a una riunione di avvio progetto, rimane quasi sempre in silenzio sollevandosi dal suo blocco degli appunti solo per chiedere chiarimenti su questioni fondamentali.
Forse, ripensandoci, esiste un tipo di tecnico da portare in riunione.